In memoria di Francesca Pulvirenti

 

Ciao Francesca, fai buon viaggio

Con grande tristezza, comunico a chi l’ha conosciuta e le ha voluto bene – colleghi, studenti, studiosi – che la nostra Amica e Collega Francesca Pulvirenti, già Professoressa Ordinaria di Pedagogia generale presso il nostro Dipartimento, ci ha lasciati, dopo una lunga malattia che ha saputo affrontare con coraggio, dignità e fede. Se ne è andata in punta di piedi, senza clamore, secondo il suo stile, sempre sobrio e signorile. Francesca è stata una studiosa seria e apprezzata, una maestra per generazioni di studenti e allievi, sin dai tempi dell’Istituto universitario di Magistero, lì dove ci siamo conosciute e dove abbiamo iniziato la nostra carriera, dopo esserci entrambe laureate in Filosofia. Francesca è stata una pioniera in diversi settori della pedagogia, alcuni dei quali strettamente affini e collegati all’ambito filosofico, come in quello della Philosophy for Children, sulla quale ha formato centinaia di docenti liceali e studenti, organizzando pregiatissimi corsi, assieme alla nostra comune amatissima amica Sara Longo. Francesca è stata una grande lavoratrice; ricordo ancora i sei anni in cui ci trovammo insieme a lavorare per la Sissis, lei come coordinatrice dell’Area comune, io come coordinatrice della classe di Scienze Umane. Furono anni di intenso lavoro, di puro servizio all’Istituzione, che lei visse con dedizione e impegno, senza mai tirarsi indietro dinanzi alle difficoltà o alla fatica.

Francesca è stata per molti di noi anche una grande amica, generosa e sincera. La ricorderò sempre con grande affetto.

Loredana Cardullo, Direttrice DiSFor

 

 

 

A Francesca, da Alessandra

Se la morte è come un mutare di sede di qui ad altro luogo, ed è vero quel che raccontano, che in codesto luogo si ritrovano poi tutti i morti, quale bene ci potrà essere, o giudici, maggiore di questo? […] Ragionare con costoro e viverci insieme e interrogarli, sarebbe davvero il sommo della felicità.

Platone, Apologia di Socrate, 40e-41c

 

Sono tanti i ricordi che si affastellano nella mia mente e che mi legano a Francesca, ricordi che si intrecciano sia con la vita familiare, sia con la vita del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania. Per tanti anni ho lavorato, fianco a fianco, insieme a lei e alla prof.ssa Sara Longo nei settori di ricerca molto affini tra loro: pedagogia, filosofia e didattica generale e speciale. Nel corso degli anni molti sono stati i momenti gioiosi e malinconici che abbiamo condiviso, spesso in “silenzio vigile” quel silenzio che, come lei stessa amava sottolineare, permette comprensione piena, rispetto reciproco e regala forza e coraggio per affrontare le insidie della vita. La comprensione, il rispetto, la gentilezza, la cura, la grande forza erano tratti predominanti che nutrivano la personalità di Francesca e il suo essere docente. L’attenzione verso gli altri è stata, senz’altro, una forma di intelligenza che la caratterizzava. Lei sapeva leggere e capire il senso delle circostanze e l’importanza di vivere in contesti professionali sereni e felici. Sensibile alle sofferenze umane, il suo animo era forte e gentile, sempre unito al senso del dovere che la contraddistingueva. Parlare con lei non era mai noioso, era, piuttosto, un impegno che cercava verità autentiche. A Francesca non piacevano i grandi gesti o le prediche. Non ha mai usato la sua intelligenza per prevaricare sugli altri, le piaceva piuttosto spingerla sempre più in là per comprendere che cosa pensava la persona che si confrontava con lei e quali sentimenti provava. Francesca sapeva praticare la regola d’oro del rispetto kantiano che guarda sempre alla relazione con gli altri come cura autentica, quella cura che - come ci ricorda Heidegger e come lei stessa amava ripetere – non ci chiede di rinunciare a noi stessi, né tantomeno di sostituirsi all’altro o di dominarlo. Lei preferiva praticare la cura attraverso la dimensione dell’essere-con-l’altro, della premura che apre all’altro ampi spazi di libertà. Questo modo dell’aver cura ha fatto sì che Francesca abbia vissuto la sua vita professionale e personale in modo autentico, da vera ricercatrice di senso e di verità. Francesca è stata una persona dal volto intelligente, dallo sguardo profondo e diretto. Non si è mai risparmiata nell’investire gratuitamente il suo tempo, le sue forze e le sue energie morali nella sua comunità parrocchiale locale e nell’associazionismo pedagogico e filosofico, in particolare la sezione catanese dell’As.Pe.I. di cui è stata Presidente, la Siped e il Crif di cui è stata membro del direttivo nazionale e del comitato scientifico. Francesca ha “abitato” la vita coniugando il suo modo di essere con i suoi interessi per la ricerca scientifica. Ha formato generazioni di studenti ad una pratica responsabile dei processi formativi, inclusivi, attenti allo sviluppo dell’identità di genere e di nuovi habitus professionali (Pulvirenti, Garaffo, Tigano 2014). Appoggiandosi alle matrici teoriche del costruttivismo, Francesca Pulvirenti, docente ordinaria di Pedagogia generale e sociale, di Metodologia della ricerca pedagogica ha assunto la categoria della responsabilità come fondamento epistemologico di una teoria dell’esistenza che ricerca approcci sistemici ai saperi del soggetto. Negli ultimi anni Bateson, Lipman, Novak, Berthoz, sono stati i suoi interlocutori privilegiati. Con loro ha confilosofato e ha indirizzato la sua indagine scientifica - sempre ricca di suggestioni e stimoli – nel riflettere sull’importanza di formare epistemologie personali capaci di incontrarsi per dare impulso allo sviluppo delle metafore del Sé professionale e ai paradigmi semplessi dell’identità narrativa e riflessiva. Francesca Pulvirenti attraverso le sue ricerche ha aperto la strada verso nuove logiche dell’azione formativa, elegante e innamorata di una pedagogia semplessa, in grado di affrontare la scommessa di costruire e promuovere una democrazia attenta alle differenze e al multiculturalismo (Pulvirenti, 2013; 2014). 

Insieme alla sua amica e collega prof.ssa Sara Longo è stata una delle sostenitrici del movimento educativo internazionale della Philosophy for chidren, community e citizen. In Italia questa pratica oggi è molto diffusa ed è presente nelle Università e nelle scuole di ogni ordine e grado, grazie agli sforzi incessanti di Antonio Cosentino, Marina Santi, Maura Striano, Alessandro Volpone e il Crif (Centro di ricerca per l’indagine filosofica). In Sicilia, Francesca ha dato un impulso significativo e importante al movimento, non sprovvisto di una seria e rigorosa indagine così come è testimoniato dai suoi scritti e dall’organizzazione nel 2003 del primo incontro di studi, organizzato da una Università italiana, su due ambiti disciplinari, rappresentativi dell’universo delle pratiche filosofiche: il philosophical counseling e laphilosophy for children. Nell’introduzione al convegno promosso dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania (14 aprile 2003) Francesca Pulvirenti e Sara Longo con forza sottolineavano che le forme, che la filosofia nel suo uso pratico assume, sono a servizio dei bisogni individuali e collettivi, legati a problemi nei quali è necessario in-stare con l’esercizio del pensiero. L’educazione al pensiero di Lipman ha sempre coinvolto Francesca che non ha mai esitato nel coinvolgere i suoi studenti e promuovere il primo corso di formazione in P4C, Insegnare a pensare, da lei coordinato nel 2005. Durante gli incontri, Francesca ha sempre amato indossare con naturale semplicità e disinvoltura i panni del docente facilitatore e promotore del dialogo filosofico, diventando un esempio per tutti, colleghi e studenti. Insieme a Francesca Pulvirenti, a Sara Longo, Agata Valenziano, Lucia Zoda, e successivamente, con Caterina Italia e Laura Viani, abbiamo costituito un gruppo di ricerca finalizzato a promuovere attività di formazione in P4Chidren, community, citizen presso numerose scuole siciliane. Nel 2017 abbiamo dato vita alla sezione del Crif Sicilia, oggi attivo in tutte le province dell’isola. In questi ultimi giorni Francesca era molto preoccupata perché non era nelle condizioni di poter dare il suo prezioso contributo per la valutazione dei lavori del Premio tesi di laurea P4C 2024. Come ha sottolineato il Prof. Alessandro Volpone, Presidente del Crif, «l’equanimità, la professionalità, la sua squisita disponibilità sono sempre state esemplari per tutti i soci del Crif. Il suo costante supporto scientifico e morale è stato impareggiabile. È stata un punto di riferimento, una persona dall’animo elegante e magnanimo. Una studiosa puntuale, era sempre un piacere e un onore confrontarsi con lei. Mancherà moltissimo a tutti noi».

La scomparsa di Francesca Pulvirenti lascia un vuoto incolmabile nel mio animo e in quello di chi ha avuto l’onore di incontrarla come studiosa, docente, educatrice, amica e consigliera. Da parte mia continuerà l’impegno per la ricerca nell’ambito delle pratiche filosofiche che nel lontano 2002 ho iniziato con le mie maestre, la Prof.ssa Sara Longo e Francesca Pulvirenti. Al 25° Congresso mondiale di Filosofia (WCP) che si terrà a Roma dall’1 all’8 agosto 2024 saranno sedute entrambe accanto a me e alla nostra cara amica comune, la Prof.ssa Loredana Cardullo. Tutte insieme continueremo a discutere intorno al tema dei confini, alleanze disciplinari, incontri tra i saperi e prospettive di insegnamento aperte alla mobilizzazione del sapere. E insieme continueremo a fare ricerca e a costruire narrazioni condivise. Continuare a dialogare al di là di ogni confine è davvero il bene sommo che conserva la sua validità anche nella vita ultraterrena.   

 

Prof.ssa Alessandra Tigano

Docente di filosofia e storia nei licei

Presidente del Crif Sicilia e membro del direttivo nazionale


Data di pubblicazione: 03/06/2024